Clinton Eltisin Ucraina

“Quando uno beveva e l’altro aveva la stagista…” Un Mondo più Tranquillo” Poi fini la felicità del mondo

L’analisi che segue ha lo scopo di delineare.alcuni passaggi chiave che definiscono i rapporti AMERICA-RUSSIA (con tutte ke conseguenze) dal crollo del Patto di Varsavia ai nostri giorni. L’impossibilità di rendere tutte le fasi del processo storico in un solo post ci costringono ad usare riferimenti esterni o links, dove in maniera più dettagliata si possono seguire i dettagli del progredire delle fasi.

Buona lettura

Salvatore Bulgarella

In Progress

Le relazioni tra Clinton e Eltsin erano sinceramente cordiali e amichevoli, il che ha avuto un impatto positivo sulle relazioni tra Russia e Stati Uniti e ha permesso loro di risolvere complessi problemi internazionali. Naturalmente, non è stato privo di controversie e situazioni di conflitto su questioni come, ad esempio, l’espansione della NATO e il conflitto in Jugoslavia. Grazie alla declassificazione dei documenti da parte della Clinton Presidential Library su richiesta degli Archivi, possiamo leggere la corrispondenza tra Bill e Boris, come si chiamavano. La prima pubblicazione della corrispondenza include lettere di Eltsin a Clinton sull’espansione della NATO, 

QUANDO SCATTALA TRAPPOLA



ANTEFATTI GUERRE RECENTI

Per comprendere costa sta succedendo oggi è bene dare uno sguardo alla storia Diplomatica fra i 2 Paesi Russia e America. Tenuto conto che la Diplomazia fra gli Stati ha l’ultima parola prima di una guerra, e che il Mancato Rispeto di UN TRATTATO è un ATTO DI GUERRA, perchè sovverte gli accordi controfirmati; In questa logica tenteremo di ricostruire alcuni passaggi topici per comprendere il presente

Il ritorno della Russia in Occidente

Era il 20 dicembre 1991 quando Boris Eltsin, primo Presidente della neonata Federazione Russa, inviava una lettera all’Alleanza Atlantica nella quale poneva l’ingresso di Mosca nella stessa, come un obiettivo politico. A trent’anni dal crollo del Muro di Berlino, il futuro che sembrava intravedersi allora non si è materializzato. La storia, tuttavia, avrebbe potuto svolgersi in modo diverso e il ritorno della Russia avrebbe potuto inquadrarsi in un framework cooperativo invece che competitivo.

Infatti, la Russia ha sempre avuto diverse alternative e, almeno in principio, sembrava fosse orientata verso un’integrazione nel mondo Euro-Atlantico.

Ciò che i mesi concitati seguenti la dissoluzione dell’Unione Sovietica restituiscono, infatti, è una neonata Federazione Russa desiderosa di rompere con il proprio passato, per abbracciare valori e l’ organizzazione economica occidentale. L’URSS non si era ancora dissolta che già era stato fondato il North Atlantic Cooperation Council. Pochi mesi dopo, nella primavera del 1992, il Presidente americano George H.W. Bush, di fronte all’American Society of Newspaper Editors, considerava la «rivoluzione democratica» in corso in Russia, «[…] la miglior speranza per una vera pace nel corso della mia vita». (CREDIT Simon Zuccarelli Responsabile Programma Transatlantico e Presidente YATA.)

Nella conferenza congiunta tra il Presidente americano e Boris Eltsin tenutasi qualche mese più tardi, Bush rimarcava come gli Stati Uniti supportavano fortemente la Russia nel suo percorso di riforme e si compiaceva della firma della Carta di Washington. Un documento con il quale le due parti si impegnavano a raggiungere un futuro di pace come partner democratici. Anche la National Security Strategy statunitense del 1991 indicava apertamente la volontà di instaurare una nuova relazione cooperativa con la Russia.

L’elezione di Bill Clinton non cambia inizialmente la direzione delle relazioni tra Russia e Stati Uniti. Al contrario, la volontà di continuare sulla strada dell’approfondimento della partnership in vista di un futuro di amicizia tra i due ex rivali emerge con forza nel primo meeting tra Clinton ed Eltsin. Nell’agosto dello stesso anno, poi, il Presidente russo, durante una visita a Varsavia, esprime comprensione per il desiderio della Polonia di unirsi alla NATO affermando, inoltre, che ciò non avrebbe minato gli interessi russi. Contestualmente, a Washington si ipotizzava (Strategy for NATO’s Expansion and Transformation – 7 September 1993) perfino di riuscire a far diventare la Russia un membro NATO entro il 2005, insieme a Ucraina e Bielorussia.

Contemporaneamente, la NATO si muoveva, nel sottobosco, nell’ottica di integrare i Paesi ex rivali nello spazio Euro-Atlantico. Anche la Russia veniva inclusa in tale sforzo con l’ammissione alla Partnership for Peace NATO nel 1994 poco dopo la sua creazione.

Gli avvertimenti di Eltsin sul rischio del passaggio da una guerra fredda a una pace fredda, nel caso in cui la NATO fosse stata allargata, vennero rigettati da Clinton che indicò come gli Stati Uniti, seppure desiderosi di trovare una via per soddisfare tutte le parti in causa, non avrebbero accettato il veto della Russia su una tematica simile.

Comportamento Inaspettato ed inverosimile, dal momento che l’America, ed in seguito con La Nato, aveva operato decine di INGERENZE POLITICHE E MILITARI in TUTTO IL MONDO a scopo Imperiale e anche per evitare di avere al confine STATI NEMICI, in primis Cuba, Ma come vedremo qualsiasi altropur minimo pericolo di vedere minato il Suo Status Imperiale ed i suoi Confini (Vedi nota a margine n.1 e 2). I

Tuttavia, proprio per venire incontro alla Russia, nel maggao 1995 Clinton assicura alla controparte che qualsiasi espansione della NATO non sarebbe avvenuta prima delle elezioni presidenziali russe del 1996; promette, inoltre, l’apertura del G7 alla Russia e una special relationship con la NATO , qualora Mosca avesse voluto cogliere la possibilità offerta.

La fine della competizione bipolare, però, aveva trasportato la NATO in una nuova epoca. Il New Strategic Concept del 1991, tra le altre, cose, prevedeva che la NATO potesse andare ed OPERARE MILITARMENTE OVUNQUE «[…] beyond collective defence and to conduct new security missions, including peacekeeping, conflict-prevention and crisis-management activities». Ed è proprio la prima operazione oltre i limiti stabiliti dall’articolo 5 del Trattato di Washington, l’operazione “Deliberate Force” in Bosnia, a rafforzare gli attriti tra NATO e Russia. 

Succede così che Il secondo mandato di Bill Clinton porta all’allargamento della NATO a est: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria vengono invitate, nel luglio del 1997 [2], a entrare a fare parte dell’Alleanza Atlantica. I Paesi occidentali, tuttavia, continuano a mostrare la volontà di integrare anche la Russia nelle istituzioni euro-atlantiche: aprono il G7 a Mosca e riescono a ottenere un importante successo con il NATO-Russia Founding Act con cui si ha il mutuo riconoscimento delle parti come partner e non come avversari e l’istituzione di una serie di strumenti di consultazione e coordinamento per aumentare la stabilità dell’area Euro-Atlantica.

Gli Stati Uniti, allo stesso tempo, mostrano di non ritenere una minaccia l’evoluzione in corso in Russia. Ne è una conferma la National Security Strategy uscita nel maggio del 1997. Nella stessa, infatti, viene enunciata con chiarezza l’intenzione di costruire un’Europa integrata con una Russia democratica pienamente partecipe. Il ritorno di posizioni proto-imperiali, come la considerazione dell’Ucraina come «fenomeno temporaneo» (Zbigniew Brzezinski, The Grand Chessboard. American Primacy and Its Geostrategic Imperatives, p. 104), la dichiarazione di invalidità della dissoluzione dell’URSS da parte della Duma e la ricomparsa di posizioni imperialiste di stampo eurasiatico non appaiono all’amministrazione americana come segni di un revival di visioni incompatibili con il progetto di creare uno spazio liberal-democratico con una Russia inclusa e partecipe.

Le relazioni, tuttavia, peggiorano ulteriormente con l’intervento NATO in Serbia. L’azione intrapresa con poco riguardo alla posizione di assoluta contrarietà di Mosca mostra a quest’ultima, infatti, come fosse ben lontana dall’aspirazione di essere considerata una grande potenza paritaria.

PRODROMI PERICOLOSI. LA GRANDE TRAPPOLA

Al momento del crollo del muro di Berlino, l’allora presidente Bush “padre” chiese a Margaret Thatcher cosa pensasse convenisse fare nei confronti del Patto di Varsavia e della Nato. La “dama di ferro” rispose: “la Nato deve rimanere e così anche il Patto di Varsavia”. Il motivo per cui la premier britannica voleva “salvare” la coalizione “nemica” era che in mezzo all’umiliazione del crollo sovietico, mantenere il Patto sarebbe stato almeno una “foglia di fico per Gorbaciov”. Aggiunse che non era il momento di mettere in discussione i confini europei.

La pensava un po’ diversamente il primo ministro tedesco Kohl che ambiva alla riunificazione della Germania e il suo ministro degli esteri Hans Dietrich Genscher propose a Bush che la Nato ed il Patto di Varsavia creassero un composto di sicurezza comune collettiva all’interno della quale, col tempo, le due alleanze “potrebbero finalmente dissiparsi”.

Alcuni ex dissidenti dei Paesi già comunisti suggerirono addirittura un obiettivo ancora più audace: la smilitarizzazione completa di tutta la regione centro orientale dell’Europa.

Purtroppo per gli auspici di questi leader europei, una qualunque delle soluzioni prospettate avrebbe inficiato il ruolo guida che gli Stati Uniti mantenevano da cinquant’anni sopra l’Europa e ciò era, evidentemente, contrario agli interessi americani.

Il Ruolo di BAKER PER LA TRAPPOLA

 Il 2 Febbraio 1990 Stati Uniti e Germania ovest discussero su come fare per ottenere da Mosca l’autorizzazione alla riunificazione tedesca. Genscher disse esplicitamente di essere certo che Mosca non l’avrebbe permessa salvo garantire a Gorbaciov che ciò non avrebbe significato un allargamento ad est della Nato.

Baker si dichiarò d’accordo e quella traccia di lavoro fu portata dal segretario di stato americano a Mosca stabilendo che “la giurisdizione della Nato non sarebbe andata oltre la linea marcata dal fiume Oder” (Not one inch eastward). In altre parole, Baker garantì che sia la riunificazione tedesca sia la fine del patto di Varsavia non avrebbe in alcun modo attentato alla sicurezza nazionale dell’allora Unione Sovietica.

RIPETIAMO Baker garantì CHE MAI E POI MAI La NATO si sarebbe SPOSTASTA di 3 CENTIMETRI dentro la EX UNIONE SOVIETICA. MAI




In realtà sia gli Stati Uniti che l’Europa, nonostante la dichiarata volontà di trovare un accordo di collaborazione con la Russia, non hanno mai rinunciato all’idea di “contenerla”. Questa intenzione non si manifestò subito attraverso un immediato allargamento della NATO ad est ma, anche per l’opposizione e i dubbi suscitati da una parte dell’establishment americano,

Che si trattasse però di una soluzione solo temporanea è oggi molto più chiaro se si ripensa a quanto il presidente Clinton disse a Kohl il 31 gennaio dello stesso 1994: “L’Ucraina è il fulcro dell’intera idea… sarebbe una catastrofe se l’Ucraina crollasse a causa dell’influenza russa o a causa dei nazionalisti militanti all’interno dell’Ucraina”. (questo e altri virgolettati sono citati da M.E. Sarotte in “Come Washington ha perso la pace post-sovietica” su Foreign Affairs di nov.-dic. 2021).

Già nel 1996, tuttavia, per ragioni di politica interna americana e per le pressioni costanti di Polonia e Repubblica Ceca, Clinton annunciò che il primo allargamento della NATO sarebbe stato confermato subito.
Il suo Segretario alla Difesa, William Perry, per nulla d’accordo con quella accelerazione, minacciò di dimettersi ma alla fine non lo fece. Più tardi, nel 2015, avrebbe dichiarato di essersi pentito per “non aver combattuto in modo più efficace per il ritardo della decisione della NATO”.

TRAPPOLA IUGOSLAVA

La storia ha ampiamente dimostrato che la ragione del conflitto in Jugoslavia, ufficialmente un presunto genocidio dei Kossovari ad opera dei serbi, fu in realtà solo un protrarsi di atti di prepotenza e di repressione nei confronti della popolazione di quella regione. Violenze, tra l’altro, favorite dalla reazione alla guerriglia iniziata da un locale gruppo criminale, dichiaratamente “patriottico”, l’UCK, guidato da colui che il New York Times con un editoriale in prima pagina definì essere un “notorio criminale”. Come confermato in una conversazione privata dall’allora nostro ministro degli esteri Lamberto Dini, l’incontro convocato a Rambouillet (Francia) con lo scopo ufficiale di trovare una soluzione alla crisi, fu nei fatti una “trappola” con condizioni inaccettabili per qualunque governo di Belgrado.

Risultato: pur senza alcun avallo dell’ONU la Nato cominciò i bombardamenti sulle città serbe, incurante di quali potessero essere le vittime civili. In poche settimane Milosevic fu costretto alla resa.

Come voluto dagli strateghi americani e contro le intese passate che avevano ribadito che i confini dei Paesi europei non dovessero essere modificati.


il Kossovo fu formalmente staccato dalla Serbia, dichiarato indipendente e gli americani ne approfittarono per stabilirvi una propria base militare (americana, non Nato) che resta tuttora la più grande in tutto il territorio europeo.
La Russia di Eltsin si dichiarò fortemente contrariata e offesa da quella guerra ma la sua debolezza finanziaria e le forze armate demoralizzate e disorganizzate non consentirono altro che l’avanzare niente più di formali proteste.

Testimone di uno spazio postsovietico in via di ridimensionamento e adirato per le molteplici promesse tradite, Vladimir Putin con la guerra del 2008 inaugurò così un nuovo corso politico che neanche il debole tentativo di “reset” della prima amministrazione Obama poté alterare o rallentare. Anche perché quel riavvio, del resto, si sarebbe rivelato ingannevole alla prova dei fatti: accordi da una parte, operazioni di destabilizzazione dall’altra (tra le quali la cosiddetta Rivoluzione della neve in Russia del 2011; trampolino di lancio, tra l’altro, dell’allora semisconosciuto Aleksei Navalny).

A conferma della nuova situazione dei rapporti tra le parti, nel 2014 venne a maturazione l’operazione di infiltrazione nella società politica e civile ucraina condotta da numerose ONG americane e da alcune europee, etero dirette dalla CIA e da altre organizzazioni segrete americane.

. Erano anni che queste organizzazioni vi lavoravano e, dopo la battuta d’arresto avuta con l’elezione del filo-russo Yanukovich nel 2010, si pensò fosse giunto il momento buono per cancellare la Russia .

Si arriva così a MAIDAN. Che Maidan sia stato un colpo di Stato preparato e ben diretto dalla NATO con la partecipazione determinante dei gruppi nazionalisti e mercenari occidentali, armati e istruiti specialmente in Polonia, è oramai assodato.

Non fu difficile per i gruppi formati ed organizzati dalle forxze occidentali e per i media aizzare le folle, le organizzazioni politiche e religiose, attraverso la cascata di denaro gratuito che goiungeva da Occidente e con l’altra che immaginavano in arrivo dalla UE ; nonostante, come sempre succede in questi casi, chi manifestava non era che una piccola percentuale degli ucraini, la violenza ebbe la meglio. Il governo che si instaurò dopo la fuga del Presidente (che era stato democraticamente eletto) mise immediatamente in chiaro la volontà ucraina di entrare formalmente, e al più presto, nella NATO e di cominciare la strada (lunga) di adesione alla UE. 

Notiamo che i Media occidentali ben orchestrati dai Narratori della Cia, non danno alcuna informazione su quanto stava per succedere o era già successo. I sudditi Occidentali, distratti dal Consumismo Non vogliono interessarsi agli sconvolgimenti epocali che accadevano soitto i loro piedi.


INVASIONE NATO DELLA UKRAINA 2006

In Assenza di alcuna informazione dei media occidentali. dal 2016

le truppe AMERICANE. TUTTI I BATTAGLIONI AMERICANI, uno per uno sono presenti in UKRAINA. Trascorrono la Mese dopo mese ANNI. In addestramento militare, Formazione e fornitura di Armi Sofisticate. Il rapporto è così intimo che si festeggiano : ricorrenze matrimoni, visite ministeria, visite religiose..

Nessuno PARLA di

Multinational Training Group-Ukraine

NESSUNO, BENE NE PARLIAMO NOI

Trascorrono Mesi dopo mesi, dopo mesi. Dal Natale al Natale nei campi di addestramento Ucraini. Con figli mogli e parenti.


PERCHEEEEEEEE””””””””””””””””””””””””””””””””’


E’ UNA delle più GRANDI MENZOGNE MAI RACCONTATACI DAI MEDIA OCCIDENTALI

Su questo Argomento, ci soffermeremo nei dettagli sui post dedicati in altra parte del nostro Blog


I Rapporti America + Nato Più Ucraina continuano indefessamente.

Attore principale e protagonista il Presidente Proroshenko, Socio in affari con Joe Biden già dalla sua Vicepresidenza; ed Hunter Biden Socio Nella Multinazionale Ucraina Burisma, che riceve compensi di 500 Mila Dollari per mese. Ancora non si è capito. Perchè. O forse si capisce con la Scoperta Ancora, non ufficialmente confermata, di 29 Laboratori Biologici, o meglio Bateriologici,

Dall’email di Hunter Biden spuntano i contatti con il ‘biolab’ di Kiev

L’accusa che il figlio del presidente Usa abbia avuto un ruolo nel finanziamento di laboratori di armi batteriologiche in Ucraina oggi viene confermata da tutte le fonti Occidentali e Non

Le e-mail che tracciano gli interessi di Hunter in Ucraina sono state pubblicate prima sul New York Post -lo stesso tabloid statunitense che parlò per primo, nel 2020, dell’esistenza di questo computer – poi dal Daily Mail.

Hunter presentò Metabiota ai vertici di Burisma, l’azienda del gas ucraina di cui era membro del consiglio d’amministrazione, per un “progetto scientifico” relativo a biolaboratori in Ucraina. In uno scambio di e-mail, la vicepresidente di Metabiota, Mary Guttieri cosi’ scriveva a Hunter nell’aprile 2014, due mesi dopo l’invasione e l’annessione della regione della Crimea da parte della Russia: “Come promesso, ho preparato il promemoria allegato, che fornisce una panoramica di Metabiota, il nostro impegno in Ucraina e di come possiamo potenzialmente sfruttare il nostro team, le nostre reti e le nostre idee per affermare l’indipendenza culturale ed economica dell’Ucraina dalla Russia e la continua integrazione in Società occidentale”.


Un passo Indietro,

Tuttavia per comprendere in dettaglio cosa veramente è successo in Ucraina, bisogna analizzare con una analisi INDIPENDENTE.

I TRATTATI MINSK 1 e MINSK 2

Come vedremo nei Link qui di seguito che delineano e strutturano la causa prima dell’INTERVENTO DI PUTIN in Ucraina,

Aggiungo io TARDIVO

DI SEGUITO i LINK RELATIVI a MINSK 1 e 2 (Basta Pigiare)



Proseguiamo però per avere una panoramica completa degli accadimenti in itinere, con quanto ancora avviene nel nome della democrazia nella martoriata area del Denbass ed aree adiacenti

CRIMEA e Donbass

Le conseguenze dell’avanzamento della Nato in Ueropa, spinge Putin a muoversi per salvare la Crimea, quella penisola abitata principalmente da Russi ed ospitare quindi a Sebastopoli la strategica base della marina militare russa sul Mar Nero. 

Per la Russia si è trattato di garantirsi che l’uso della propria base non sarebbe stata mai più messa in discussione.

La presa della Crimea  ebbe come risultato di intensificare immediatamente ad opera di Kiev e della stampa occidentale la campagna anti-russa, già in atto da molto tempo in Ucraina: eliminazione dell’uso della lingua russa negli atti pubblici e nelle scuole, separazione della chiesa ortodossa di Kiev dal Patriarcato moscovita, persecuzioni locali verso i russofoni e enfatizzazione della vera o presunta “nazionalità ucraina”.
Perfino i grandi autori storici in lingua russa cominciarono a essere discriminati. La regione ad est, il Donbass a stragrande maggioranza russofona, si ribellò rivendicando una propria indipendenza e ottenendo subito il sostegno della Russia. Cominciò così la guerra civile tuttora in atto, con quasi 14mila morti dalla parte dei secessionisti. Naturalmente l’attenzione della stampa occidentale sui reciproci bombardamenti e sulle scuole e gli ospedali colpiti dalle artiglierie ucraine è stata minore perché i “criminali di guerra” sono, come sempre, soltanto i nostri nemici e i nostri amici restano in tutti i tempi i “buoni” che si battono per la giusta causa. 

Da quel momento, qualche altro tentativo di risolvere la crisi e porre fine alla guerra civile fu intrapreso soprattutto da parte francese e tedesca. In due riprese a Minsk sembrò si arrivasse ad un accordo, e in effetti un’intesa fu siglata sia dal governo ucraino sia da quello russo a nome dei secessionisti del Donbass.
Fu prevista la creazione di una zona smilitarizzata di 50 km e lo smantellamento di tutte le postazioni di armi pesanti da entrambe le parti. Fu inoltre statuito che la Costituzione ucraina fosse modificata garantendo una grande autonomia alle regioni dell’est e che vi si svolgessero elezioni locali garantite da attori internazionali. Purtroppo, tutti questi che erano i punti più importanti,apparentemente concordati non furono mai attuati. Le armi pesanti continuarono a restare in azione e il Parlamento di Kiev rifiutò di varare la riforma necessaria. Anche alle ultime elezioni nazionali ucraine i cittadini ucraini del Donbass non poterono partecipare.
Da allora la situazione è andata solo peggiorando, fino all’invasione militare russa del 24 febbraio.
Resta solo da aggiungere che, prima che Putin ordinasse lo spiegamento dei centomila soldati vicino al confine, la Nato, nello scorso luglio aveva compiuto, in Ucraina e con l’esercito ucraino, un’esercitazione militare che simulava una guerra in loco e che, verso dicembre/gennaio 2022 si era avuta notizia di spostamenti delle truppe ucraine in direzione della regione del Donbass. Come non pensare che Kiev si stesse preparando a lanciare un’offensiva in piena regola per riaffermare la propria autorità sulle “repubbliche” secessioniste?

Di seguito riportiamo in successione le azioni imperialisticheportate avanti dal 1950 dai due contendenti Russia e America

1) INGERENZE E COLPI DI STATO AMERICANI. dal 1955

1) 1955-1960: Laos

Il governo degli Stati Uniti finanziò il bilancio militare del governo del Royal Lao nella guerra civile contro il movimento comunista Pathet Lao, che aveva preso il controllo di una parte del paese. Gli Stati Uniti pagarono il 100% del bilancio militare del governo e nel 1957 pagarono gli stipendi dell’Armée royale du Laos. Gli Stati Uniti schierarono personale civile statunitense con esperienza militare nonostante avesse firmato un trattato che vietava espressamente l’impiego di consulenti militari statunitensi.[73][74] Nel luglio 1959, gli Stati Uniti inviarono dei commando vestiti da civili per addestrare l’Armée royale du Laos,[75] questi interventi non comportarono cambiamenti di regime.

2) 1956-1957: Siria

  • 1956 operazione Straggle: fallito colpo di Stato in Siria. La CIA pianificò un colpo di Stato per la fine di ottobre 1956 per rovesciare il governo siriano. Il piano prevedeva l’occupazione da parte dell’esercito siriano di città chiave e valichi di frontiera.[76][77][78] Esso fu rinviato quando Israele invase l’Egitto nell’ottobre del 1956 e gli statunitensi pensarono che la loro operazione non avrebbe avuto successo in un momento in cui il mondo arabo stava combattendo Israele. L’operazione fu scoperta e i cospiratori statunitensi dovettero fuggire dal paese.[79]
  • 1957 operazione Wappen: fallito colpo di Stato in Siria. Un secondo tentativo di colpo di Stato, orchestrato l’anno seguente, prevedeva l’assassinio di alti funzionari siriani, la messa in scena di incidenti militari sul confine siriano per incolpare la Siria e poi essere usati come pretesto per l’invasione da parte delle truppe irachene e giordane, un’intensa campagna di propaganda statunitense indirizzata verso la popolazione siriana, sabotaggi e azioni per poi incolpare il governo siriano.[78][80][81][82] Questa operazione fallì quando gli ufficiali militari siriani, collegati col piano, pagarono con milioni di dollari in tangenti per effettuare il colpo di Stato, rivelando così la trama all’intelligence siriana. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America negò l’accusa di aver tramato il tentativo di colpo di Stato e insieme ai media statunitensi accusò la Siria di essere un “satellite” dell’Unione Sovietica.[81][83][84]

3) 1957-1959: Indonesia

Come membro fondatore del Movimento dei paesi non allineati e ospite della conferenza di Bandung dell’aprile 1955, l’Indonesia si avviava verso una politica estera indipendente, non impegnata militarmente in nessuna delle due parti nella guerra fredda.[85][86] A partire dal 1957, la CIA organizzò un golpe da parte di ufficiali militari indonesiani ribelli, fallendo. I piloti della CIA, come Allen Lawrence Pope, guidarono aerei della Civil Air Transport (CAT), una compagnia aerea manovrata segretamente dalla CIA, i quali bombardarono obiettivi civili e militari in Indonesia. La CIA ordinò ai piloti CAT di prendere di mira le navi mercantili al fine di spaventare quelle straniere lontane dalle acque indonesiane, indebolendo così l’economia indonesiana e quindi destabilizzando il governo democraticamente eletto dell’Indonesia. Il bombardamento aereo della CIA provocò l’affondamento di diverse navi commerciali[87] e il bombardamento di un mercato, in cui rimasero uccisi molti civili.[88] Il tentativo di colpo di Stato fallì in quel momento[89] e il presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower negò qualsiasi coinvolgimento del suo paese.[90]

4) 1958: Libano

Gli Stati Uniti lanciarono l’operazione Blue Bat nel luglio 1958 per intervenire nella crisi libanese del 1958: fu la prima applicazione della dottrina Eisenhower, secondo la quale gli Stati Uniti dovevano intervenire per proteggere i regimi considerati minacciati dal comunismo internazionale. L’obiettivo dell’operazione era di impedire il rovesciamento del governo libanese filo-occidentale del presidente Camille Chamoun da parte dell’opposizione comunista. Le forze armate statunitensi furono dispiegate sul territorio e i ribelli cessarono le attività. Chamoun venne comunque deposto e venne eletto il Fu’ad Shihab, alla nomina di un governo di riconciliazione nazionale.

5) 1960: Repubblica Democratica del Congo

Nel gennaio del 1961, il primo primo ministro della Repubblica del Congo Patrice Lumumba, democraticamente eletto e filocomunista, finì nel mirino della CIA, la quale orchestrò un piano per assassinarlo.[91] L’amministrazione Eisenhower si impegnò per l’elezione di forze politiche anticomuniste e fedeli agli Stati Uniti, convogliandogli finanziamenti segreti e organizzando manifestazioni di massa che avrebbero portato alla fine Mobutu Sese Seko a compiere un colpo di Stato nel 1960 per spodestare Lumumba,[1][92] il quale venne arrestato dalle truppe golpiste, poi fucilato, fatto a pezzi e sciolto nell’acido con il supporto di agenti statunitensi e militari belgi.[93] Nel 1965 la CIA appoggiò anche il successivo colpo di Stato di Mobutu contro il presidente Joseph Kasa-Vubu, il quale instaurò un regime totalitario durato fino al 1997.[94]

6) 1960: Laos

Il 9 agosto 1960, il capitano Kong Le con il suo battaglione paracadutista prese controllo della capitale amministrativa di Vientiane, con l’intento di porre fine alla guerra civile in Laos, alle interferenze straniere nel paese, alla corruzione causata dagli aiuti stranieri e per migliorare trattamento per i soldati[non chiaro].[95][96] Con il sostegno della CIA, il maresciallo di campo Sarit Thanarat, primo ministro della Thailandia, istituì un gruppo consultivo militare segreto tailandese chiamato Kaw Taw (KT), che insieme alla CIA orchestrò un contro colpo di Stato nel novembre 1960 contro il nuovo governo a Vientiane, fornendo artiglieria, artiglieri e consulenti al generale Phoumi Nosavan, cugino di primo grado di Sarit. Gli Stati Uniti schierarono anche il Police Aerial Reinforcement Unit (PARU), sponsorizzato dalla CIA, durante le operazioni all’interno del Laos.[97] Con gli aiuti militari di vario tipo, trasportati per via aerea dalla CIA, le forze del generale Phoumi Nosavan catturarono Vientiane nel novembre del 1960.[98][99]

7) 1961: Repubblica Dominicana

Trujillo su un francobollo del 1933

Nel maggio del 1961, il dittatore della Repubblica Dominicana Rafael Leónidas Trujillo fu assassinato con armi fornite dalla Central Intelligence Agency (CIA) degli Stati Uniti.[100][101] Un memorandum interno della CIA afferma che un’indagine dell’Ufficio generale ispettore del 1973 sull’omicidio rivelò “un ampio coinvolgimento dell’agenzia con i cospiratori”. La CIA descrisse il proprio ruolo nel “cambiare” il governo della Repubblica Dominicana come un “successo”, in quanto ha contribuito a trasformare la Repubblica Dominicana da una dittatura totalitaria a una democrazia di stampo occidentale”.[102][103] Juan Bosch, uno dei primi beneficiari dei finanziamenti della CIA, fu eletto presidente della Repubblica Dominicana nel 1962 e fu deposto nel 1963.[104]

8) 1961: Cuba, Baia dei Porci

La CIA organizzò e addestrò le forze controrivoluzionarie composte da esuli cubani per invadere Cuba con il sostegno e l’equipaggiamento delle forze armate statunitensi, nel tentativo di rovesciare il governo cubano di Fidel Castro. L’invasione della baia dei Porci fu lanciata nell’aprile del 1961, tre mesi dopo l’insediamento di John Fitzgerald Kennedy alla presidenza degli Stati Uniti. Le forze armate cubane, addestrate e equipaggiate dalle nazioni del blocco sovietico, sconfissero i combattenti invasori in tre giorni.

9) 1960: Cuba

L’operazione Mongoose fu un programma di lunga durata del governo degli Stati Uniti per rovesciare il governo di Cuba.[105] L’operazione comprendeva la guerra economica, l’embargo, affinché il governo comunista non riuscisse a fornire beni alla popolazione, un’iniziativa diplomatica per isolare Cuba e guerra psicologica “per trasformare il risentimento della popolazione sempre più contro il regime”.[106] La guerra economica dell’operazione includeva anche l’infiltrazione di agenti della CIA per compiere atti di sabotaggio contro obiettivi civili, come per esempio ponti ferroviari, un deposito di melassa, una centrale elettrica o il raccolto di zucchero, nonostante le ripetute richieste di Cuba al governo degli Stati Uniti di cessare le sue operazioni armate.[106][107] Inoltre, la CIA ha orchestrato numerosi tentativi di assassinio contro Fidel Castro, compresi alcuni in collaborazione tra CIA e Cosa nostra statunitense.[108][109][110]

10) 1961-1964: Brasile[modifica | modifica wikitesto]

Alla dimissione del presidente del Brasile nell’agosto 1961, fu succeduto da João Belchior Marques Goulart, il vicepresidente del paese eletto democraticamente,[111] sostenitore dei diritti democratici, della legalizzazione del Partito comunista e a favore delle riforme economiche e agrarie, ma il governo degli Stati Uniti insistette affinché imponesse un programma di austerità economica. Il governo degli Stati Uniti organizzò l’operazione Fratello Sam per la destabilizzazione del Brasile, tagliando gli aiuti al governo brasiliano, fornendo aiuti ai governatori statali del Brasile che si opponevano al nuovo presidente e incoraggiando alti ufficiali militari brasiliani a prendere il potere e sostenere il capo dello stato maggiore generale Humberto de Alencar Castelo Branco.[111][112] Il generale Branco guidò il rovesciamento del governo costituzionale del presidente João Goulart nell’aprile del 1964 e fu installato come primo presidente del regime militare, dichiarando immediatamente uno stato di assedio e arrestando oltre 50.000 oppositori politici nel primo mese di presa del potere, mentre il governo degli Stati Uniti espresse approvazione verso il nuovo governo e reintrodusse aiuti e investimenti in Brasile.[113]

11) 1963: Iraq

Dopo il colpo di Stato in Iraq del febbraio 1963, che portò alla formazione di un governo baathista gli Stati Uniti offrirono sostegno materiale al nuovo governo, nonostante la sanguinosa epurazione anticomunista e le atrocità irachene contro ribelli e civili curdi.[114] Per questo, afferma Nathan Citino: «Sebbene gli Stati Uniti non abbiano dato il via al colpo di Stato, nel migliore dei casi lo hanno avallato e nel peggiore dei casi ha contribuito alla violenza che ne è seguita».[115] Il governo baathista crollò nel novembre 1963 sulla questione dell’unificazione con la Siria (dove un ramo rivale del partito Baath aveva preso il potere a marzo). Ci fu una grande discussione accademica sulle accuse del re Husayn di Giordania che indicava nella CIA (o altre agenzie statunitensi) chi fornì al governo baathista elenchi di comunisti e di altri esponenti di sinistra, che sono furono poi arrestati o uccisi dai milizia del partito Ba’ath, la guardia nazionale. Citino considera le accuse plausibili perché l’ambasciata USA in Iraq aveva effettivamente compilato tali elenchi e perché i membri della Guardia Nazionale irachena coinvolti nella purga erano stati addestrati negli Stati Uniti.[116][117][118]

12) 1963: Vietnam

Sebbene gli Stati Uniti fossero alleati del Vietnam del Sud durante la guerra del Vietnam, l’amministrazione Kennedy tramava contro il presidente Ngô Đình Diệm, alla luce del suo rifiuto di adottare alcune riforme politiche. Gli Stati Uniti ordinarono quindi al proprio ambasciatore nel Vietnam del Sud, Henry Cabot Lodge Jr., di “esaminare le possibili alternative di leadership e fare piani dettagliati su come poter sostituire Diem”. Lodge e Lucien Conein, stabilirono contatti con i membri dell’Esercito della Repubblica del Vietnam e li incitarono a rovesciare Diem. Questi sforzi culminarono in un colpo di Stato il 2 novembre 1963, durante il quale Diem e suo fratello furono assassinati.[119]

Pentagon Papers riportano: «Dall’agosto del 1963 abbiamo autorizzato, sanzionato e incoraggiato in modo diverso gli sforzi per il colpo di Stato dei generali vietnamiti e offerto pieno sostegno a un governo successore. A ottobre abbiamo tagliato gli aiuti a Diem con un rifiuto diretto, dando luce verde ai generali. Abbiamo mantenuto contatti clandestini con loro durante la pianificazione e l’esecuzione del colpo di Stato e abbiamo cercato di rivedere i loro piani operativi e proposto un nuovo governo».[120]

13) 1965-66: Repubblica Dominicana

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Power Pack.

Nella guerra civile dominicana, una giunta guidata dal presidente Joseph Donald Reid Cabral stava combattendo le forze “costituzionaliste” o “ribelli” che sostenevano il ripristino del potere del primo presidente democraticamente eletto della Repubblica Dominicana, il presidente Juan Bosch, il cui mandato era interrotto da un colpo di Stato. Gli Stati Uniti lanciarono la “Operation Power Pack”, un’operazione militare per interporre l’esercito USA tra i ribelli e le forze della giunta in modo da impedire l’avanzata dei ribelli e la loro vittoria.[121][122] La maggior parte dei consulenti statunitensi aveva sconsigliato l’intervento militare, nella speranza che la giunta potesse porre fine alla guerra civile, ma il presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson ritenne di ascoltare il consiglio del suo ambasciatore in Santo Domingo, William Tapley Bennett, il quale suggerì l’intervento statunitense.[123] Il capo di stato maggiore, il generale Wheeler disse ad un subordinato: «La tua missione è impedire che la Repubblica Dominicana diventi comunista».[124] Una flotta di 41 navi statunitensi fu inviata per bloccare l’isola mentre gli Stati Uniti procedevano con l’invasione. Un totale di 42.000 soldati e marines statunitensi occuparono la Repubblica Dominicana.[125]

14) 1965-1967: Indonesia

Diversi ufficiali dell’esercito e il comandante della guardia del palazzo del presidente Sukarno accusarono un capo militare indonesiano di pianificare un colpo di Stato appoggiato dalla CIA contro il presidente Sukarno e uccisero sei generali il 1º ottobre 1965. Il generale Suharto e altri alti ufficiali dell’esercito attaccarono gli ufficiali lo stesso giorno e accusarono il Partito Comunista Indonesiano (PKI) di aver orchestrato l’uccisione dei sei generali.[126] L’esercito lanciò una campagna di propaganda basata su menzogne, scatenando i civili contro coloro che – a loro dire – sostenevano il PKI e altri oppositori politici. Le forze governative indonesiane, con la collaborazione di alcuni civili, hanno perpetrato uccisioni di massa per molti mesi. La CIA ha riconosciuto che “in termini di numero di persone uccise, i massacri anti-PCI in Indonesia sono considerati uno dei peggiori omicidi di massa del XX secolo”.[127] Le stime sul numero di civili uccisi vanno da mezzo milione a 1 milione[128][129][130] ma stime più recenti riportano la cifra a 2-3 milioni.[131][132] L’ambasciatore statunitense Marshall Green incoraggiò i leader militari ad agire con forza contro gli oppositori politici.[127] Nel 2017, documenti declassificati dall’ambasciata statunitense a Giacarta hanno confermato che gli Stati Uniti avevano una conoscenza approfondita e dettagliata delle uccisioni di massa e le hanno attivamente facilitate e incoraggiate per i propri interessi nel paese.[133][134][135][136] I diplomatici statunitensi hanno ammesso alla giornalista Kathy Kadane nel 1990 di aver fornito all’esercito indonesiano migliaia di nomi di presunti sostenitori del PKI e di altre persone presunte di sinistra, e che i funzionari degli Stati Uniti hanno quindi spuntato dai loro elenchi coloro che erano stati assassinati.[137][138] La base di appoggio del presidente Sukarno fu in gran parte annientata, imprigionata e il resto terrorizzata, e così fu costretto a lasciare il potere nel 1967, sostituito da un regime militare autoritario guidato dal generale Suharto.[139][140] Diversi studiosi definiscono le uccisioni di massa di questo periodo come genocidio indonesiano.[141][142][143]

15) 1967: Grecia

Il 21 aprile 1967, poche settimane prima delle elezioni programmate, un gruppo di ufficiali dell’esercito di destra guidati dal generale di brigata Stylianos Pattakos e dai colonnelli Geōrgios Papadopoulos e Nikolaos Makarezos presero il potere in un colpo di Stato.[144] I leader del colpo di Stato collocarono carri armati in posizioni strategiche ad Atene, ottenendo il controllo completo della città.

Allo stesso tempo, un gran numero di piccole unità militari sono state inviate per arrestare politici di primo piano, figure di spicco e cittadini comuni sospettati di simpatie di sinistra, secondo elenchi preparati in anticipo. Uno dei primi ad essere arrestato fu il tenente generale Grigorios Spandidakis, comandante in capo dell’esercito greco. I colonnelli convinsero Spandidakis a unirsi a loro, facendolo attivare in un piano d’azione per portare avanti il golpe. Alle prime ore del mattino, tutta la Grecia era nelle mani dei colonnelli. Tutti i principali politici, incluso il primo ministro in carica Panagiōtīs Kanellopoulos, erano stati arrestati dai cospiratori. Alle 6:00, Papadopoulos annunciò che erano stati sospesi undici articoli della costituzione greca.[145]

La sinistra del fondatore del partito centrista Centre Union, Geōrgios Papandreou, fu arrestato dopo un’incursione notturna nella sua villa a Kastri, nell’Attica. Andreas Papandreou fu arrestato all’incirca nello stesso momento, dopo che sette soldati armati di baionette e una mitragliatrice entrarono con la forza nella sua casa. Papandreou fuggì dal tetto di casa sua, ma si arrese dopo che uno dei soldati mise la pistola alla testa del suo figlio quattordicenne George Papandreou.[145] Gust Avrakotos, un ufficiale della CIA di alto rango in Grecia, che era vicino ai colonnelli, avrebbe consigliato loro di sparare “al figlio di puttana”.[146]

I critici statunitensi del colpo di Stato accusarono l’amministrazione Johnson di aver fornito aiuto a un “regime militare di collaboratori e simpatizzanti nazisti”. Phillips Talbot, ambasciatore degli Stati Uniti ad Atene, disapprovò il colpo di Stato, lamentando che ciò rappresentava “uno stupro della democrazia”, al quale John M. Maury, il capo della stazione della CIA ad Atene, rispose: “Come puoi stuprare una puttana?”.[145]

16) 1971: Bolivia

Il governo degli Stati Uniti sostenne il golpe del 1971 in Bolivia guidato dal generale Hugo Banzer, il quale rovesciò il presidente Juan José Torres.[147][148] Torres aveva indispettito gli Stati Uniti d’America per aver convocato una “Asamblea del Pueblo” (Assemblea del Popolo), in cui persone di specifici settori proletari della società erano rappresentati (minatori, insegnanti sindacalizzati, studenti, contadini), e più in generale per aver messo il paese in quella che era percepita come una direzione di sinistra. Il 18 agosto 1971, Banzer con una sanguinosa insurrezione militare riuscì a prendere il controllo del paese il 22 agosto 1971. A quel punto gli Stati Uniti fornirono ampi aiuti, militari e di altro tipo, alla dittatura di Banzer mentre quest’ultimo reprimeva la libertà di dissenso, torturava migliaia di oppositori, uccideva e faceva sparire centinaia di persone, chiudeva sindacati e università.[149][150] L’ex presidente Torres, che era fuggito dalla Bolivia, fu rapito e assassinato nel 1976 durante l’operazione Condor, la campagna di repressione politica e di terrorismo di stato dei dittatori di destra sudamericani, sostenuta dagli Stati Uniti.[151][152][153]

17) 1972-1975: Iraq

Gli Stati Uniti hanno fornito segretamente milioni di dollari per l’insurrezione curda sostenuta dall’Iran contro il governo iracheno.[154][155] Il ruolo degli Stati Uniti era così segreto che persino il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e il gruppo NSC 5412/2 degli Stati Uniti, creato per sorvegliare le operazioni segrete, non erano stati informati. Le truppe del Partito Democratico del Kurdistan erano guidate da Mustafa Barzani. In particolare, all’insaputa dei curdi, si trattava di un’azione segreta di cambio di regime che gli Stati Uniti volevano far fallire, intesa solo per logorare le risorse del paese.[156][157] Gli Stati Uniti cessarono bruscamente il sostegno ai curdi nel 1975 e, nonostante le richieste di aiuto curde, rifiutarono di estendere persino gli aiuti umanitari alle migliaia di rifugiati curdi creati a seguito del crollo dell’insurrezione.[158][159]

18) 1973: Cile

Il presidente democraticamente eletto Salvador Allende venne rovesciato dalle forze armate cilene e dalla polizia nazionale al culmine di un lungo periodo di violenze urbane, terrorismo degli opposti estremismi e crisi politiche tra il Congresso dominato dalla destra e il governo di sinistra, aggravato da una guerra economica condotta dal governo degli Stati Uniti.[160] Come preludio al colpo di Stato, il capo dello staff dell’esercito cileno René Schneider, un generale dedito a preservare l’ordine costituzionale, fu assassinato nel 1970 durante un tentativo di rapimento fallito sostenuto dalla CIA.[161][162] Il regime di Augusto Pinochet, salito al potere con il colpo di Stato, è noto per avere, secondo stime prudenti, fatto sparire almeno 3200 dissidenti politici (desaparecidos), imprigionati 30.000 (molti dei quali torturati) e costretto all’esilio circa 200.000 cileni.[163][164][165] La CIA, attraverso il progetto FUBELT (noto anche come Track II), ha lavorato in segreto per progettare il colpo di Stato. Gli Stati Uniti inizialmente negarono qualsiasi coinvolgimento, tuttavia molti documenti rilevanti sono stati declassificati nei decenni successivi.[166]

19)1979-1989: Afghanistan

Durante l’operazione Cyclone, il governo degli Stati Uniti fornì segretamente armi e finanziamenti a diversi signori della guerra e fazioni di guerriglieri jihadisti conosciuti come i Mujaheddin dell’Afghanistan che combattevano per rovesciare il governo della Repubblica Democratica dell’Afghanistan e le forze militari sovietiche che lo sostenevano. Attraverso l’Inter-Services Intelligence (ISI) del Pakistan, gli Stati Uniti hanno addestrameto, armato e finanziato i combattenti afghani, compresi jihadisti che in seguito divennero noti come “talebani“, e reclutato almeno 35.000 combattenti stranieri arabi per un costo stimato di 800 milioni di dollari.[167][168][169][170] Anche gli arabi afghani “hanno beneficiato indirettamente dei finanziamenti della CIA, attraverso l’ISI e le organizzazioni della resistenza”[171][172] Alcuni dei maggiori beneficiari afghani della CIA erano comandanti arabi come Jalaluddin Haqqani e Gulbuddin Hekmatyar che furono alleati chiave di Osama Bin Laden per molti anni.[173][174][175] I militanti finanziati dalla CIA probabilmente ingrossarono le fila di Al Qaida in seguito,[176][177][178][179][180] anche se alcuni giornalisti non ritengono veritiera questa asserzione.[181][182][183] L’operazione Cyclone terminò ufficialmente nel 1989 con il ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan, il finanziamento per i Mujahideen, da parte del governo degli Stati Uniti, continuò comunque fino al 1992, fino a quando i Mujahideen invasero il governo afgano a Kabul.[184]

1980

20) 1980-1989: Polonia

A differenza dell’amministrazione Carter, la dottrina Reagan sosteneva il sindacato cattolico Solidarność in Polonia e, grazie all’intelligence della CIA, intraprese una campagna di pubbliche relazioni per scoraggiare ciò che l’amministrazione Carter riteneva essere “una mossa imminente da parte delle grandi forze militari sovietiche in Polonia”.[185] Il colonnello Ryszard Kukliński, alto funzionario dello stato maggiore polacco inviava segretamente rapporti alla CIA.[186]

La CIA trasferì circa 2 milioni di dollari all’anno in contanti al Solidarność, per un totale di 10 milioni di dollari in cinque anni.[187] Il sostegno della CIA al Solidarnosc comprendeva denaro, attrezzature e addestramento,[188] assistenza tecnica per i giornali clandestini, per le trasmissioni, per la produzione di propaganda, aiuto organizzativo e consulenze.[189] Il Congresso degli Stati Uniti ha autorizzato il National Endowment for Democracy (NED) a stanziare altri 10 milioni di dollari al Solidarnosc.[190]

Con un progressivo incremento dei fondi per le operazioni segrete che miravano al rovesciamento del governo presieduto da comunisti e socialisti, la CIA infiltrò con successo l’opposizione polacca nel 1985.[191]

21) 1980-1992: El Salvador

Il governo di El Salvador ha combattuto una sanguinosa guerra civile contro il Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN), un fronte composto da diversi gruppi di sinistra all’opposizione, e contro i leader delle cooperative agricole, leader sindacali e altri sostenitori della riforma agraria e delle condizioni migliori per “campesinos” (contadini senza terra e altri lavoratori agricoli) che sostenevano il FMLN. L’esercito salvadoregno organizzò squadroni della morte militari per terrorizzare la popolazione civile rurale, per spingerli a cessare il loro sostegno al FMLN.[192] Le forze governative hanno ucciso più di 75.000 civili durante la guerra dal 1980-1992.[193][194][195][196][197][198] Il governo degli Stati Uniti ha fornito addestramento militare e armi all’esercito salvadoregno. Il Battaglione Atlacatl, un battaglione anti-insurrezione, fu organizzato nel 1980 all’Istituto dell’emisfero occidentale per la cooperazione alla sicurezza ed ebbe un ruolo di primo piano nella strategia militare della “terra bruciata” contro il FLMN e i villaggi rurali che lo sostenevano, ad esempio nel maggio 1980 circa 600 civili furono uccisi nel Rio Sumpul al confine con l’Honduras[199]. I soldati di Atlacatl erano equipaggiati e diretti da consiglieri militari statunitensi che operavano ad El Salvador.[200][201][202] Il battaglione Atlacatl partecipò anche al Massacro di El Mozote l’11 dicembre del 1981, nel quale più di 1000 abitanti vennero dapprima rinchiusi nelle case e il giorno dopo assassinati – prima gli uomini poi le donne e infine i bambini – proseguendo poi al vicino villaggio Los Toriles.[203][204] Nel maggio del 1983, gli ufficiali statunitensi presero posizione fra i livelli più alti delle forze armate salvadoregne, prendendo decisioni critiche e conducendo la guerra.[201][205][206][207] Una commissione d’inchiesta del Congresso degli Stati Uniti ha scoperto che la politica di repressione esercitata dall’esercito salvadoregno comportava l’eliminazione di “interi villaggi dalla mappa, di isolare i guerriglieri e di negare loro qualsiasi base rurale in cui possano nutrirsi”.[208] La strategia di “prosciugare l’oceano” o “terra bruciata” era basata su tattiche simili a quelle utilizzate dalle unità anti-insurrezione della giunta nel vicino Guatemala e derivavano principalmente dalla strategia statunitense impiegata durante la guerra del Vietnam e insegnate dai consiglieri militari statunitensi.[209][210]

23) 1982-1989: Nicaragua

Il governo degli Stati Uniti ha tentato di rovesciare il governo del Nicaragua, armando, addestrando e finanziando segretamente i Contras, un gruppo militare con sede in Honduras creato per destabilizzare il governo del Nicaragua.[211][212][213][214] Come parte dell’addestramento, la CIA distribuì un dettagliato “manuale del terrore” intitolato “Operazioni psicologiche nella guerra di guerriglia”, che istruiva i Contras, tra le altre cose, su come far saltare in aria edifici pubblici, assassinare giudici, creare martiri, e ricattare i cittadini.[215] Oltre a manovrare i Contras, il governo degli Stati Uniti ha anche fatto saltare ponti e minato il porto di Corinto, causando morti civili e l’affondamento di navi civili nicaraguensi e straniere.[216][217][218][219] Dopo che l'”Emendamento Boland” rese illegale per il governo degli Stati Uniti il finanziamento delle attività dei Contras, l’amministrazione del presidente Reagan segretamente vendette armi al governo iraniano per finanziare un apparato segreto del governo USA che continuava illegalmente a finanziare i Contras, in quello che divenne noto come “Irangate“.[220] Gli Stati Uniti hanno continuato ad armare e addestrare i Contras anche dopo che la vittoria alle elezioni nicaraguensi del 1984 da parte del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale.[221][222]

24) 1983: Grenada

Durante l’amministrazione Reagan, con l’operazione Urgent Fury, l’esercito statunitense ha invaso la piccola isola di Grenada per rimuovere il governo marxista.[223][224] L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha definito l’invasione degli Stati Uniti “una flagrante violazione del diritto internazionale”[225] ma la risoluzione di condanna, ampiamente sostenuta nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è stata bloccata dal veto degli Stati Uniti.[226][227]

25)1989: Panama

Nel dicembre del 1989, in un’operazione militare chiamata operazione Just Cause, gli Stati Uniti invasero Panama. Il presidente George H. W. Bush lanciò l’aggressione dieci anni dopo la ratifica dei trattati Torrijos-Carter, che sancivano il trasferimento del controllo del canale di Panama dagli Stati Uniti a Panama entro il 2000. Gli Stati Uniti destituirono il leader panamense, il generale Manuel Noriega e lo portarono negli Stati Uniti. Il presidente eletto Guillermo Endara prestò giuramento e le forze armate panamensi furono sciolte.

N.2 INGERENZE AMERICANE E NATO SULL’INTERO GLOBO DOPO GUERRA FREDDA

26) 1991: Kuwait

Dopo l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq nell’agosto del 1990, il governo degli Stati Uniti fece pressioni sui governi rappresentati nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per sostenere una risoluzione che autorizzava gli stati membri dell’ONU a usare “tutti i mezzi necessari” per rimuovere le forze irachene dal Kuwait.[228] La risoluzione 678 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite fu approvata e gli Stati Uniti riunirono una forza di coalizione di 34 stati per la guerra. L’operazione venne lanciata nel gennaio 1991 e aveva il nome in codice “Operation Desert Storm”. La coalizione guidata dagli Stati Uniti respinse le forze irachene dal Kuwait e tornò al potere l’emiro, sceicco Jabir III al-Ahmad al-Jabir Al Sabah.[229]

27) 1991: Haiti

Otto mesi dopo le elezioni ad Haiti, il neoeletto presidente Jean-Bertrand Aristide fu deposto dall’esercito haitiano. Secondo alcuni, la CIA avrebbe “pagato i membri chiave delle forze del colpo di Stato, identificati come trafficanti di droga, per informazioni dalla metà degli anni ’80, almeno fino al colpo di Stato”.[230] I dirigenti di colpi di stato Cédras e François avevano ricevuto addestramento militare negli Stati Uniti.[231]

28) 1991-2003: Iraq

Dopo la guerra del Golfo nel 1991, il governo degli Stati Uniti volle appesantire le sanzioni prebelliche[232] contro l’Iraq, le quali furono adottate poi dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nell’aprile 1991 con la “Risoluzione 687”.[233][234] Successivamente alle sanzioni più severe, i funzionari statunitensi dichiararono nel maggio 1991 – quando era ampiamente previsto che il governo iracheno di Saddam Hussein sarebbe collassato[235][236]— che le sanzioni non sarebbero state revocate a meno che Saddam non fosse rovesciato.[237][238][239]

29) 1994-2000: Iraq

La CIA lanciò “DBACHILLES”, un’operazione che aveva come finalità un colpo di Stato contro il governo iracheno, reclutando Iyad Allawi, il quale era a capo dell'”accordo nazionale iracheno”, una rete di iracheni che si opponevano al governo di Saddam Hussein. La rete comprendeva ufficiali militari e figure dell’intelligence irachena, ma era infiltrata da persone fedeli al governo iracheno.[240][241][242] Usando anche Ayad Allawi e la sua rete, la CIA diresse una campagna dinamitarda e di sabotaggio a Baghdad tra il 1992 e il 1995, contro obiettivi che, secondo il governo iracheno dell’epoca, uccisero molti civili tra cui persone in un cinema affollato.[243] La campagna dinamitarda della CIA potrebbe essere stata solo una prova della capacità operativa della sua rete sul campo, senza essere essa correlata strettamente al piano del colpo di Stato.[243] Il colpo di Stato non ebbe successo, ma Ayad Allawi fu successivamente installato come primo ministro iracheno dal Consiglio di governo iracheno, che era stato creato dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti dopo l’invasione e l’occupazione dell’Iraq del marzo 2003. Gli Stati Uniti nel 1998 promulgarono l'”Iraq Liberation Act”, il quale afferma, in parte, che la politica degli Stati Uniti deve sostenere gli sforzi per rimuovere Saddam Hussein dall’Iraq e deve stanziare fondi per aiutare le organizzazioni dell’opposizione democratica irachena.[244]

30) 1997: Indonesia

L’amministrazione Clinton vide un’opportunità per spodestare il presidente indonesiano Suharto, quando il suo dominio sull’Indonesia era diventato sempre più precario all’indomani della crisi finanziaria asiatica del 1997. I funzionari americani cercarono di inasprire la crisi monetaria dell’Indonesia facendo sì che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) si opponesse agli sforzi di Suharto di istituire un comitato valutario per stabilizzare la rupia, provocando così scontento fra la popolazione. Il direttore del FMI Michel Camdessus affermò che fu proprio il fondo a creare le condizioni per obbligare Suharto ad abbandonare il progetto. L’ex segretario di stato americano Lawrence Eagleburger in seguito confermò il coinvolgimento statunitense nel supportare la manovra del FMI.[245][246] La crisi economica che ne conseguì fece esplodere una rivolta nella quale morirono più di un migliaio di persone.[247]

Anni 2000

31) 2000: Jugoslavia

Nel periodo che va dal 1998 al 2000, poco più di 100 milioni di dollari sono stati convogliati dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America attraverso i Quangos ai partiti dell’opposizione al fine di determinare un cambio di regime in Jugoslavia.[248] A seguito dei problemi relativi ai risultati delle elezioni presidenziali in Jugoslavia del 2000, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sostenne i gruppi dell’opposizione come Otpor! attraverso la fornitura di materiale promozionale e anche di servizi di consulenza tramite Quangos.[249] Il coinvolgimento degli Stati Uniti è servito ad allargare e organizzare il dissenso attraverso l’esposizione mediatica, le risorse, l’incoraggiamento morale e materiale, l’aiuto tecnologico e la consulenza professionale.[248] Questa campagna è stata uno dei fattori che hanno contribuito al rovesciamento del presidente Slobodan Milošević il 5 ottobre 2000.[248]

Invasione dell’Iraq

33) 2005: Iran

Secondo fonti di intelligence pakistane e statunitensi, a partire dal 2005 il governo degli Stati Uniti ha segretamente incoraggiato e consigliato un gruppo militante pakistano della popolazione Beluci denominato Jundullah, responsabile di una serie di raid di guerriglia mortali in Iran.[250] Jundullah, guidato da Abdolmalek Rigi (a volte scritto come Abd el Malik Regi), noto anche come “Regi”, è stato sospettato di essere associato ad Al Qaida, accusa che il gruppo ha negato. ABC News ha appreso da fonti tribali che i soldi per Jundullah sono stati inviati al gruppo attraverso gli esuli iraniani.[251] La CIA sostiene che a manovrare Jundallah ci fosse, in realtà, il Mossad con un’operazione di false flag per far risultare che dietro ci fosse l’intelligence statunitense.[252]

34) 2006-07: Territori palestinesi

Territori palestinesi occupati

Il governo degli Stati Uniti ha fatto pressione sulla fazione Fatah della leadership palestinese per rovesciare il governo di Hamas del primo ministro Ismail Haniyeh.[253][254][255] L’amministrazione Bush non scontenta del fatto che la maggioranza del popolo palestinese avesse partecipato alle elezioni legislative in Palestina del 2006.[253][254][256] Il governo degli Stati Uniti istituì un programma segreto di addestramento e armamenti che ricevette decine di milioni di dollari dai finanziamenti congressuali, ma anche, come nello scandalo Irangate, da una fonte segreta di finanziamenti per spingere Fatah a avviare una guerra contro il governo di Haniyeh.[253][257][258] La guerra fu brutale, con molte vittime. Fatah rapì e torturò i leader civili di Hamas, a volte di fronte alle proprie famiglie, e ha dato fuoco a un’università a Gaza. Quando il governo dell’Arabia Saudita tentò di negoziare una tregua tra le parti in modo da evitare una guerra civile palestinese su larga scala, il governo degli Stati Uniti fece pressione su Fatah per respingere il piano saudita e per continuare lo sforzo nel rovesciare il governo di Haniyeh.[253] Alla fine, al governo di Haniyeh è stato impedito di governare su tutti i territori palestinesi, con Hamas che si ritirava nella striscia di Gaza e Fatah che si ritirava in Cisgiordania.

35) 2005-Oggi: Siria

Dal 2006, il Dipartimento di Stato ha convogliato almeno 6 milioni di dollari per il canale satellitare anti-governativo Barada TV, associato al gruppo in esilio “Movimento per la giustizia e lo sviluppo in Siria”. Questo sostegno segreto è continuato sotto l’amministrazione Obama, anche se gli Stati Uniti ricostruivano pubblicamente le relazioni con Bashar al-Assad.[259][260]

Dopo lo scoppio della guerra civile siriana nel 2011, il governo degli Stati Uniti ha invitato il presidente siriano Bashar Al Assad a “farsi da parte” e ha imposto un embargo petrolifero contro il governo siriano per metterlo in ginocchio.[261][262][263] Dal 2012, con l’avvio dell’operazione Timber Sycamore, un programma segreto di fornitura armi e addestramento gestito dalla CIA e sostenuto da altri servizi di intelligence come quello dell’Arabia Saudita, venne fornito denaro, armi e addestramento alle forze ribelli. Secondo i funzionari statunitensi, il programma ha addestrato migliaia di ribelli.[264]

Una conseguenza non voluta del programma è stata la proliferazione di armi nel mercato nero del Medio Oriente, come fucili d’assalto, mortai e lanciatori di granate a propulsione (RPG), dopo esser state rubate dai servizi segreti giordani, e finite perlopiù nelle mani dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) e di diverse formazioni fondamentaliste islamiche come Ahrar al-Sham e Fronte al-Nusra, affiliato con Al Qaida.[265]

Nel luglio 2017, i funzionari statunitensi hanno dichiarato che il Timber Sycamore sarebbe stato eliminato gradualmente, con fondi reindirizzati alla lotta contro l’ISIS, o per offrire capacità difensive alle forze ribelli anti-Assad.[266]

36) 2011: Libia

Gli Stati Uniti facevano parte di una coalizione multinazionale che ha intrapreso l’intervento militare in Libia del 2011 per attuare la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che è stata presa in risposta agli eventi durante la guerra civile libica.[267] Le operazioni militari iniziarono con le forze navali statunitensi e britanniche che spararono su 110 missili BGM-109 Tomahawk,[268] le forze aeree francesi e britanniche[269] colpirono tutta la Libia e un blocco navale venne effettuato da parte delle forze della coalizione.[270]

37) 2013: Ucraina

Dalla dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina nel 1991, gli Stati Uniti investirono 5 miliardi di dollari in quello che la diplomatica statunitense Victoria Nuland definisce, “sviluppo di istituzioni democratiche” nel paese.[271] Il 21 novembre il presidente ucraino Viktor Janukovyč sospese un accordo tra Ucraina e Unione europea, che prevedeva la realizzazione di un’Area Approfondita e Globale di Libero Scambio. Nei giorni seguenti cominciarono delle proteste contro il governo, da parte di coloro che chiedevano una integrazione maggiore con l’Unione europea. I manifestanti, accampati per giorni nel centro di Kiev, vennero incitati da personaggi di spicco statunitensi quali il senatore John McCain[272] e la Nuland.[273] I tumulti terminarono con la fuga dal paese del presidente Janukovyč.[274]

La Nuland, intercettata in una discussione con Geoffrey Pyatt, ambasciatore statunitense in Ucraina, discuteva della futura formazione del governo post-Janukovyč, e indicava Arsenij Jacenjuk come l’uomo da mettere a capo del nuovo governo.[275] Il 23 febbraio 2014 Jacenjuk viene effettivamente nominato primo ministro ad interim del governo[276] e a seguito delle elezioni parlamentari in Ucraina del 2014 viene riconfermato primo ministro della Verchovna Rada.[277] A seguito dell’insurrezione e del conseguente cambio di governo, i rapporti con la Federazione Russa precipitarono e di li a poco si verificarono la crisi della Crimea del 2014 e la guerra del Donbass.

I governi successivi all’insurrezione si sono adoperati in politiche di stampo nazionalistico. Per quanto riguarda l’ambito culturale, con la legge sull’istruzione del 2017 viene imposto l’uso della sola lingua ucraina nell’insegnamento, nonostante la profonda diversità etnico-culturale della popolazione ucraina.[278]. Vengono introdotte riforme di stampo liberista, come la privatizzazione della sanità[279] e di buona parte del settore produttivo[280]. Inoltre vengono approvate leggi anticomuniste che hanno comportato il bando del Partito Comunista dell’Ucraina[281] – il quale alle elezioni politiche del 2012, le ultime prima dell’insurrezione, ottenne il 13,2% dei voti – e la rimozione di tutti i simboli dell’era sovietica come i monumenti e i nomi delle strade.[282]

38) 2015-Oggi: Yemen

Gli Stati Uniti hanno sostenuto l’intervento dell’Arabia Saudita nella guerra civile dello Yemen. La guerra civile yemenita è iniziata nel 2015 tra due fazioni, ciascuna delle quali riteneva di sostenere il governo legittimo dello Yemen:[283] Forze Huthi, che controllano la capitale Sana’a e hanno sostenuto l’ex presidente ‘Ali ‘Abd Allah Saleh, combattono contro le forze situate ad Aden, fedeli al governo di ‘Abd Rabbih Mansur Hadi.[284] L’offensiva guidata dai sauditi ha lo scopo di ripristinare Hadi al potere ed è alleata con varie fazioni locali.[285] L’intervento guidato dall’Arabia Saudita è stato ampiamente condannato a causa dell’uso ampiop di bombardamenti di aree urbane e di altre aree civili, tra cui scuole e ospedali.[286][287][288] Le forze armate statunitensi forniscono assistenza per quanto riguarda le informazioni sui siti da colpire e danno supporto logistico per la campagna di bombardamenti a guida saudita,[289] incluso il rifornimento aereo.[290][291] Gli Stati Uniti forniscono anche armi e bombe,[292] incluse, secondo un rapporto di Human Rights Watch (HRW), bombe a grappolo fuorilegge in gran parte del mondo e usate dall’Arabia Saudita nel conflitto.[293][294] Gli Stati Uniti sono stati criticati per aver fornito armi e bombe sapendo che i bombardamenti sauditi hanno bersagliato indiscriminatamente civili, violando le leggi del diritto bellico.[295][296][297] È stato suggerito che il governo degli Stati Uniti sia legalmente un “co-belligerante” nel conflitto, nel qual caso il personale militare degli Stati Uniti potrebbe essere perseguito per crimini di guerra,[298][299][300] e un senatore degli Stati Uniti ha accusato gli Stati Uniti di complicità nella catastrofe umanitaria dello Yemen, con una carestia che coinvolge milioni di persone.[301][302] A partire da maggio 2018, la guerra civile è in stallo e 13 milioni di civili yemeniti rischiano la fame, secondo l’ONU.[303]

39) 2015-Oggi: Venezuela

Sotto l’amministrazione Obama, il 10 marzo 2015 il Venezuela è stato dichiarato una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha risposto che “il presidente Barack Obama, in rappresentanza dell’élite imperialista degli Stati Uniti, ha personalmente deciso assumere il compito di sconfiggere il mio governo e intervenire in Venezuela per controllarlo”.[304] Alcuni giorni prima che il presidente Obama lasciasse l’incarico, ha rinnovato l’emergenza nazionale riguardante il Venezuela il 17 gennaio 2017 e le sanzioni mirate contro il paese.[305]

L’11 agosto 2017, il presidente Donald Trump ha dichiarato che non escluderà un’opzione militare per affrontare il governo di Nicolás Maduro e l’aggravarsi della crisi in Venezuela.[306] I consulenti statunitensi di Trump ritengono che non sia saggio nemmeno discutere di una soluzione militare a causa della lunga storia di interventi impopolari in America Latina da parte degli Stati Uniti.[307] I rappresentanti degli Stati Uniti che erano in contatto con ufficiali militari venezuelani dissidenti durante il 2017 e il 2018, hanno rifiutato di collaborare con loro o di fornire loro assistenza.[308]

L’11 gennaio, l’Assemblea nazionale ha annunciato che Juan Guaidó aveva assunto i poteri e le funzioni del presidente del Venezuela. Guaidó viene riconosciuto nei giorni successivi da alcuni stati dell’America Latina e di altri stati.[309][310][311] Il 23 gennaio, Guaidó ha prestato giuramento come presidente ad interim, che è stato immediatamente riconosciuto da diversi stati stranieri.[312][313][314][315][316] inclusi gli Stati Uniti alcuni minuti dopo.[317] Il 26 gennaio, Elliott Abrams, un diplomatico neoconservatore coinvolto in molteplici operazioni all’estero di destabilizzazione[318] è stato designato come inviato speciale in Venezuela.[319]

Mike Pompeo ha affermato che alcune cellule militanti di Hezbollah sarebbero attive in Venezuela e che gli Stati Uniti d’America hanno l’obbligo di eliminare questo rischio per il proprio paese.[320] Alfred de Zayas, ex funzionario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha anche detto che gli Stati Uniti starebbero violando la legge internazionale tentando un colpo di Stato contro il governo venezuelano.[321]

INGERENZE , INVASIONI, GUERRE DELLA RUSSIA

 1) Guerra di Corea (1950-1953)

L’avanzata delle truppe sudcoreane e dell’ONU portò la Corea del Nord sull’orlo del collasso nel 1950. L’Esercito sovietico si vide quindi coinvolto nel conflitto, anche se non in modo ufficiale. I piloti del 64° Corpo di Aviazione da Combattimento, a bordo di aerei MiG-15, e centinaia di migliaia di “volontari” cinesi, aiutarono i nord-coreani per il contrattacco. 

Nell’estate del 1951 il fronte si stabilizzò all’altezza del parallelo 38 e restò lì fino alla fine della guerra, che si concluse due anni più tardi. Durante questo periodo i piloti sovietici e statunitensi condussero numerose battaglie nei cieli della penisola di Corea. 

 2) Guerra d’attrito (1967-1970)

I leader sovietici inviarono più di 70 MiG-21 in Egitto per appoggiare il paese arabo in una guerra contro Israele. A bordo di aerei da trasporto An-12 vennero trasferiti in segreto dei caccia, smantellati e assemblati nuovamente sul posto, dipinti con i colori delle Forze Aeree egiziane. 

I piloti sovietici pattugliavano il territorio egiziano, proteggendo gli obiettivi strategici contro gli attacchi aerei israeliani. Il 30 luglio 1970, i combattenti israeliani a bordo di aerei Mirage III e F-4 Phantom organizzarono una trappola ai sovietici. Nella cosiddetta Operazione Rimon 20, vennero abbattuti quattro MiG-21. 

3) Guerra del Vietnam (1955-1975)

Per appoggiare il Vietnam del Nord nella sua guerra contro il Vietnam del Sud e gli Stati Uniti, l’URSS inviò più di 6.000 specialisti militari sovietici. Vestiti in abiti civili e senza documenti d’identità, lavorarono per proteggere gli alleati dagli attacchi aerei nordamericani. 

I militari sovietici crearono il sistema di difesa aerea del Vietnam del Nord da zero e furono capaci di ridurre significativamente l’attività delle Forze Aeree USA. Nel Mar Cinese Meridionale la Flotta sovietica del Pacifico aveva installato 17 navi da ricognizione: da lì seguivano gli attacchi delle portaerei americane e raccoglievano informazioni sui successivi attacchi aerei. 

4) Guerra civile in Libano (1975-1990)

Quando, nel 1982, l’Esercito israeliano schiacciò le truppe siriane in Libano, i leader siriani si rivolsero all’URSS, chiedendo aiuto. Ma i sovietici erano già coinvolti negli scontri in Afghanistan e non desideravano immischiarsi su altri fronti. 

Tuttavia, con la scusa di condurre delle esercitazioni militari chiamate Caucaso-2, vennero inviati segretamente in Siria 8.000 soldati sovietici armati con sistemi S-200 SAM, con il compito di proteggere i cieli della repubblica araba. 

Consapevole dell’arrivo dei sovietici, Israele limitò la sua attività aerea vicino alle frontiere siriane. Ma nel settembre del 1983 le truppe sovietiche di difesa aerea abbatterono un aereo israeliano E-2 Hawkeye. Tre mesi più tardi un’unità delle forze specia

5) Guerra civile in Angola (1975-2002)

In uno dei più grandi conflitti dell’Africa parteciparono più di 11.000 specialisti militari sovietici. Non solo aiutarono il gruppo di ribelli MPLA a organizzare le proprie forze armate, ma pianificarono anche operazioni militari. 

Tra le operazioni più degne di nota ci fu l’assalto e la posa della città di Mavinga, uno dei principali bastioni del gruppo d’opposizione UNITA. Prima dell’intervento sovietico, la città aveva resistito agli attacchi per 15 anni. 

6) Guerra in Afghanistan (1979-1989)

I dirigenti sovietici non prevedevano di partecipare al conflitto civile tra il Governo della Repubblica democratica dell’Afghanistan e i gruppi di ribelli dei mujaheddin. Il limitato contingente di forze sovietiche in Afghanistan si occupava di difendere gli obiettivi strategici e le vie di trasporto più importanti.

Tuttavia dalla primavera del 1980 l’URSS si ritrovò coinvolta in conflitti su larga scala che, nel corso dei 10 anni successivi, costarono la vita a più di 15.000 soldati sovietici ed ebbero un peso importante per il crollo dell’URSS.

7) La seconda guerra cecena: 1999-2009

E così Putin ha visto bene di chiudere la questione cecena sedando ogni spiraglio indipendentista della piccola repubblica caucasica. L’occasione è stata fin troppo ghiotta. L’8 agosto 1999 – giorno prima dell’insediamento ufficiale di Putin – erano state inviate truppe russe nella regione caucasica del Daghestan, una della 85 entità amministrative che componevano la Federazione russa per sedare la guerriglia islamista cecena che aveva occupato quattro villaggi. Due giorni dopo i 4 villaggi avrebbero dichiarato l’indipendenza dando il là al via della marcia russa sulla Cecenia. Dopo 4 settimane il Daghestan era riconquistato. Meno di un mese dopo una serie di attentati sospetti a Mosca e in altre città russe furono imputati alle milizie filo islamiste cecene e furono il bottone rosso schiacciato per avviare la macchina da guerra di Putin. Certo, come dimenticare che la giornalista Anna Politkovskaja e l’ex spia Alexander Litvinenko rivelarono come ci fosse l’Fsb, l’ex Kgb, dietro quegli attentati, ma Anna e Alexander vennero ammazzati e con loro anche la verità sull’inizio del massacro ceceno.

8) La prima guerra del nuovo millennio: la Georgia

La prima guerra del XXI secolo è rapidissima e violenta. La Georgia cercava da tempo di liberarsi dall’influenza di Mosca, ma per farlo avrebbe dovuto affrancarsi dalle regioni russofile dell’Abkhazia dell’Ossezia del Sud. E così la notte del 7 agosto 2008 la Georgia bombardò la capitale sud-osseta Tskhinvali provocando centinaia di morti e enormi distruzioni.

Mosca non aspettava altro: la mattina dopo la Russia intervenne a fianco dei secessionisti e la Georgia dichiarò lo stato di guerra, nei giorni successivi il conflitto si allargò in Abkhazia. Con la mediazione dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy il 12 agosto fu raggiunto l’accordo per il cessate il fuoco.

Due settimane dopo Mosca riconobbe l’indipendenza delle due repubbliche separatiste.

9) La guerra in Crimea 2014

Per capire come si è arrivati alla guerra in Ucraina di queste settimane bisogna però ricordare quanto accaduto a Sochi, in Russia, nel 2014 durante lo svolgimento dei primi giochi olimpici in territorio russo della storia. In quell’occasione gli scontri presso la tendopoli pro-Ue di Maidan a Kiev provocarono il ribaltamento del governo filo-russo di Yanukovic.

La reazione di Putin – come sempre immediata – fu quella di mandare soldati russi senza mostrine né bandiere – i cosiddetti mercenari del Gruppo Wagner – a occupare militarmente la penisola di Crimea, annettendola ufficialmente il 18 marzo.

Le conseguenze di questi fatti, con gli anni di guerriglia separatista nel Donbass e i mercenari a orologeria intervenuti sullo scacchiere sono la premessa delle bombe di oggi su Kiev.

Il penultimo intervento militare russo risale solo a due mesi fa, quando Putin è intervenuto a favore dell’enorme area ex sovietica del Kazakhstan. A gennaio (e i piani per l’Ucraina erano già in fase di avanzata composizione) il Cremlino ha inviato le forze armate ad aiutare il presidente Kassym-Jomart Tokayev a far rientrare i violenti moti di protesta innescati dall’aumento dei prezzi dell’energia. Una mossa astuta che ha permesso a Mosca di sedare il clima teso nella zona e mantenere gli equilibri della regione come richiesto dalla vicina Cina che, guarda caso, oggi si dimostra morbida e dialogante sul tema Ucraina..


Come è possibile vedere, malgrado la Narrazione Occidentale descrive sempre la Russia come un mostro Imperialista, nella Pratica.sono gli Stati Uniti, con i membri della Nato a dilanieare qualsisi angolo del mondo, per portare la Pace e la Civilizzazione


Creiamo una pausa a questo punto per non tediare troppo i lettori, rimandandoli agli altri post che potete trovare nell’indice


Di seguito riportiamo alcuni link, e video che completano questa prima parte dell'analisi.La riproduzione di testi ed imagine è coperta da copyright  . Su richiesta per motivi didattici potete chiedere autorizzazione







FESTIVAL DI CANNES

MAIDAN racconta la rivolta civile DEI CITTADINI DEL DONBASS contro il regime Ucraino che ha avuto luogo a Kiev (Ucraina) nell’inverno 2013-2014. Il film segue i progressi della rivoluzione: dalle manifestazioni pacifiche, forti di mezzo milione di persone, nella piazza Maidan, ai sanguinosi scontri di strada tra i manifestanti e la polizia antisommossa. MAIDAN è il ritratto di una nazione che si sta risvegliando e che sta riscoprendo la propria identità.

Quando Si cancella la storia


ODESSA 2014 MAI Condannati Per Crimini contro UMANITA’

Quarantotto vittime e nessun colpevole. A tre anni di distanza, è questo il triste bilancio del massacro di Odessa, dove nel 2014 decine attivisti DEL DONBASS vennero massacrati per la strada e nella Casa dei Sindacati dalle milizie nazionaliste UCRAINE pro-Maidan. In 36 mesi, non un imputato. Nessun arrestato, nessuno in carcere se si escludono alcuni militanti anti-Maidan imprigionati con l’accusa di aver preso parte ai disordini in cui morirono anche due estremisti di destra favorevoli al governo di Kiev. A finire sotto processo solo i vertici di polizia e vigili del fuoco, accusati di essere intervenuti con colpevole ritardo nel fermare le violenze che insanguinarono Kulikovo Pole. Il drone ronza qualche decina di metri sopra la folla, sui palazzi circostanti i cecchini col volto coperto scrutano ogni angolo della piazza attraverso i mirini telescopici. La Casa dei sindacati di Odessa, nel terzo anniversario della strage che l’ha resa tristemente famosa, è circondata da centinaia di soldati e agenti delle forze speciali armati fino ai denti. Servizio di Giovanni Masini. Montaggio di Roberto Di Matteo


COME SI CANCELLA LA STORIA DA WIKIPEDIA


Questo file ho dovuto mascherarlo quasi MOSSO e sfocato perchè Google non l’accettava nemmeno nel mio BLOG. Me lo ha rimosso molteplici volte. Perchè?

SEMBRA INCREDIBILE. Ma tutta la narrazione viene decisa ogni giorno in una base Canadese dove ci sono 7 mila esperti di comunicazione che verificano tutto. Non pui dire niente contro. Io I miei amici ma nemmeno giornalisti affermatissimi. Il popolo non può saPERE NULLA. zero:

NON DEVE POTERE AVERE OPPORTUNITA’ DI FARE NESSUNA IDEA CRITICA. IL CONTROLLO E’ TOTALE SUI MEDIA TG, iNTERNET, FACEBOOK, TWITTER, TUTTI DI PROPRIETA’ AMERICANA


Madeleine Albright e i 500 Mila bambini iracheni. No, la storia non ti assolverà mai


l 12 maggio del 1996 la Albright in un’intervista con Lesley Stahl, alla domanda della giornalista sulla la morte di mezzo milione di bambini iracheni presumibilmente a causa delle sanzioni, lei giustificò queste misure coercitive con una frase celebre: “ne valeva la pena” pur di rovesciare l’allora Presidente iracheno Saddam Hussein.


SOTTOTITOLI IN iTALIANO


iNTERVISTA ORIGINALE

Più recentemente, nel 2016 provocò altre polemiche per aver affermato che esiste “un posto speciale all’inferno per le donne” che non avessero sostenuto l’allora candidata presidenziale Hillary Clinton.  


la Nuland e’ attuale VICE SEGRETARIO DI STATO AMERICANO. COSA PENSA DELL’EUROPA. ???

LA STESSA è QUELLA CHE HA ORGANIZZATO LE ELEZIONI DI ZELENSKY DECIDENDONE OGNI MEMBRO DEL GOVERNO UKRAINO

Nel 2013 Barack Obama l’ha nominata Assistente Segretario di Stato per gli Affari Europei ed Eurasiatici, posizione in cui ha promosso attivamente le proteste dei gruppi nazionalisti e neonazisti contro il governo di Viktor Yanukovych, allora presidente dell’Ucraina e rappresentante del Partito delle Regioni, contrario all’assimilazione dell’Ucraina da parte dell’Unione Europea e della NATO.

Nuland ha non solo sponsorizzato il “golpe morbido” (che è culminato in numerosi episodi sanguinosi) ma, superando i suoi poteri, ha partecipato personalmente alle manifestazioni inscenate dall’estrema destra in piazza Maidan a Kiev alla fine di dicembre 2013 (vedi foto).

Con la destituzione parlamentare del governo Yanukovych il 22 febbraio 2014, il palese intervento degli Stati Uniti negli affari interni dell’Ucraina è diventato ancora più visibile.

Nonostante le assicurazioni di Washington che i problemi del paese europeo dovrebbero essere risolti dagli ucraini, Nuland e Geoffrey Pyatt, l’ambasciatore americano in Ucraina, si sono presi il compito di selezionare chi, tra i leader dell’opposizione, dovrebbe prendere le redini del governo.

La scelta americana è caduta su Arseniy Petrovich Yatsenyuk, avvocato e politico con stretti legami con le banche, nominato primo ministro dell’Ucraina il 27 febbraio 2014. In una conversazione telefonica tra Pyatt e Nuland, l’ambasciatore ha suggerito che prima di fare la proposta a favore di Yatseniuk (che ha snobbato altri leader dell’opposizione) sarebbe stato opportuno consultare l’Unione Europea.

La risposta di Nuland è stata categorica, ed è stata registrata e trasmessa in tutto il mondo: “Fuck the EU!”. I governi sottomessi della regione, indegni vassalli di Washington secondo Zbigniew Brzezinski, hanno accettato docilmente l’insulto.

Angela Merkel e il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, si sono limitati a dire che le parole di Nuland erano “assolutamente inaccettabili” senza chiedere alcuna ritrattazione. Una dura dimostrazione del fallimento morale e politico dei governi europei!

Nuland ha dichiarato che se l’invasione russa dell’Ucraina dovesse concretizzarsi, il gasdotto Nord-Stream 2 – destinato a trasportare gas dalla Russia all’Europa occidentale senza passare per il territorio ucraino – non potrà entrare in funzione.

Se c’è una cosa di cui possiamo essere sicuri, è che la prominenza di questa figura è una cattiva notizia perché diminuirà le possibilità di trovare una via d’uscita diplomatica all’attuale crisi ucraina.

La Nuland, e con lei i falchi di Washington, sono l’espressione più radicalizzata e violenta dell’imperialismo nella sua attuale fase di declino. Credono nella “missione civilizzatrice” del loro paese (da cui l’idea degli Stati Uniti come “la nazione indispensabile”) e considerano la Russia e la Cina come nazioni barbare che minacciano la stabilità dell’attuale (dis)ordine mondiale e che l’unica lingua che capiscono è quella della forza.

Ecco perché la NATO ha circondato la Russia dal Baltico al Mar Nero e la flotta da guerra degli Stati Uniti si sta avvicinando a Taiwan.


Pensieri Diversi

Ammazziamoli Tutti ,dice il Giornalista Ucraino Influencer

Bogdan Butkevych

nel 2015, in Conferenza Stampa

Le buone Amicizie di Bogdan Solo esclusivamente Generali Ucraini Naziti della Azov. ( il 36% dell’esercito di Kiev)



CONSIDERAZIONI FINALI

Risultato: una rivoluzione avviata in nome dei valori europei (quali?) si è scontrata con il cinismo, l’indifferenza e le manipolazioni dei soci del club cui avrebbe inteso aderire, di fatto indisponibili ad ammettere gli ucraini nel proprio salotto.

In cinque fotogrammi, ecco l’autoritratto di noi stessi come risulta dal test ucraino.

A) L’Unione Europea non solo non è un soggetto geopolitico ma pesa meno della somma dei suoi Stati membri e persino di molti di essi.

B) Quando in Europa la parola passa alle armi possiamo metter mano solo alle armi della retorica e invocare la protezione dell’alleato americano. Il quale non sbarcherà mai più in Normandia, essendo concentrato su se stesso e, secondariamente, sulla sfida con la Cina. La nostra rinuncia a rivendicare il diritto di codecisione in ciò che resta dell’Alleanza Atlantica consente al partner principale di stabilire quali siano i nostri interessi – meglio: la loro insussistenza.

C) Le percezioni europee della Russia sono diverse, spesso opposte, a seconda della lontananza da Mosca – la russofilia ne è in genere direttamente proporzionale – e della memoria storica. Solo chi è stato occupato dai russi sente di conoscerli davvero.

D) La simpatia europea per l’America resta funzione della paura della Russia.

E) La dipendenza strategica dalla pur riluttante Mamma America significa che se ci smarchiamo da Washington dobbiamo pagare pedaggio, mentre l’interdipendenza energetica con la Russia implica che se sanzioniamo Mosca sanzioniamo noi stessi.

Per chi in Italia e in Europa conservasse qualche curiosità circa il proprio immediato futuro sarà dunque utile indagare quali siano i progetti di Mosca e di Washington per l’Ucraina e come essi incrocino le velleità europee, soprattutto quelle esibite dai vicini di Kiev. Ma prima conviene scandagliare l’epicentro del confronto.


FOTO DI…………………….. BUDELLO DEL MONDO




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